Consultazione europea sulle informazioni di carattere non finanziario
Lo Sportello SPIN2 (servizio associato fra la Chambre valdôtaine e Unioncamere Piemonte), nell’ambito delle attività della rete comunitaria Enterprise Europe Network, promuove la partecipazione al sondaggio per le PMI relativo alla Direttiva Comunitaria n. 2014/95/UE che impone a talune imprese di grandi dimensioni di elaborare una dichiarazione non finanziaria nell'ambito dei loro obblighi di rendicontazione pubblica annuale.
 
Le risposte saranno inserite in forma anonima nell’apposito database della Commissione Europa. Per contribuire alla consultazione si prega di compilare il questionario entro il 24 Aprile 2020.

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Sportello SPIN2
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INTRODUZIONE
Informazioni generali sulla Direttiva relativa alla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario

La direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario stabilisce quattro aspetti relativi alla sostenibilità:

ambiente,
questioni sociali e attinenti al personale,
diritti umani e
corruzione attiva e passiva.
In tale contesto, la direttiva impone alle imprese di fornire informazioni sul loro modello aziendale, sulle politiche applicate (comprese le procedure di dovuta diligenza), i risultati, i rischi e la gestione del rischio, nonché sugli indicatori chiave di prestazione pertinenti per l'attività. La direttiva non introduce né richiede l'utilizzo di una norma o di un quadro sull'informazione non finanziaria; inoltre non impone obblighi di informativa dettagliati come per esempio elenchi di indicatori per settore.

Contesto attuale
Le esigenze degli utenti, in particolare quelle degli investitori, per l'accesso alle informazioni di carattere non finanziario aumentano in modo rapido e significativo. La domanda di informazioni più affidabili fornite dalle società partecipate riflette in parte le necessità degli investitori di comprendere meglio i rischi finanziari dovuti alle crisi di sostenibilità che affrontiamo, ma rispecchia anche l'aumento dei prodotti finanziari che cercano attivamente di risolvere i problemi ambientali e sociali. Inoltre, le banche e gli altri enti del settore finanziario sono sempre più tenuti per legge a comunicare determinate informazioni sull'impatto dei loro investimenti sulla società e l'ambiente.
Le informazioni di carattere non finanziario attualmente fornite dalle imprese non soddisfano adeguatamente le esigenze degli utenti a cui sono destinate. In particolare, tali informazioni non sono sufficientemente comparabili, attendibili o complete.

Le imprese devono anche affrontare incertezze e complessità per stabilire quali informazioni di carattere non finanziario comunicare, dove e secondo quali modalità.

Per tali motivi, la Commissione europea intende elaborare una proposta di revisione della direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario. Il presente questionario ha lo scopo di raccogliere i pareri delle PMI in questo ambito.  

Quali imprese sono tenute a comunicare dati sociali e ambientali?

Attualmente la direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario si applica ai grandi enti di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti. In pratica si tratta di grandi imprese con titoli quotati nei mercati regolamentati dell'UE, grandi banche e compagnie di assicurazioni, quotate o meno, a condizione che abbiano più di 500 dipendenti.
La direttiva contabile definisce le grandi imprese come quelle che superano le soglie di almeno due dei tre criteri seguenti:
(a) totale di bilancio: 20 000 000 di euro;
(b) fatturato netto: 40 000 000 di euro;
(c) numero di dipendenti occupati in media durante l'esercizio finanziario: 250.

La Danimarca e la Svezia hanno deciso di abbassare la soglia a 250 dipendenti, il che permette di includere tutti i grandi enti di interesse pubblico.

Le società che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario devono riportare le informazioni pertinenti relative alla loro catena di approvvigionamento. Pertanto, anche se non direttamente nell'ambito di applicazione della suddetta direttiva, alcune PMI possono essere tenute a comunicare alcune informazioni di carattere non finanziario alle grandi imprese alle quali forniscono beni o servizi.
Inoltre, è sempre più probabile che banche e altri enti finanziari richiedano alla loro clientela commerciale, comprese le PMI, determinate informazioni sociali e ambientali. A partire dal 2021, i fondi di investimento, le banche, le compagnie di assicurazioni e i consulenti finanziari dovranno riferire in merito alle modalità di investimento dei fondi privati in termini di impatto ambientale, sociale e di governance. Ciò può incidere sul livello degli investimenti nelle imprese che non divulgano tali informazioni. Di conseguenza, le imprese che intendono attirare capitali potrebbero dover prendere in considerazione la comunicazione delle informazioni sociali e ambientali. D'altro canto, potrebbero sorgere nuove opportunità per le imprese che dispongono di modelli aziendali sostenibili e trasparenti sul loro impatto sull'ambiente e la società.

Obiettivo della consultazione

Le informazioni raccolte tramite l’apposito questionario aiuteranno la Commissione europea a valutare l'impatto degli obblighi giuridici imposti alle grandi imprese e alla loro catena di approvvigionamento. Il suo contributo aiuterà la Commissione europea a stimare i costi sostenuti dalle PMI per rispondere alle richieste di informazioni sociali e ambientali provenienti dalle grandi imprese, alle quali le PMI forniscono beni o servizi, nonché alle richieste provenienti dagli enti finanziari. La Commissione europea utilizzerà le informazioni raccolte in occasione di un'eventuale revisione dei requisiti per la comunicazione di informazioni sociali e ambientali previste dalla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario.
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