Try Try Again è un mood, un luogo, uno studio dentro casa mia, dove chi entra deve sentirsi a suo agio nell'errore, nella voglia di sbagliare, liberandosi dal peso della "bella copia" per continuare a provare, riprovare e riprovare ancora. Fino ad oggi l'esperienza mi ha insegnato che non esistono brutte e belle copie.
Tante volte alcune parti di quelle che erano delle "pre-prod" sono rientrate nelle versioni ufficiali dei pezzi che poi sono finiti nei dischi e poi in radio.
Certo, questo non è uno studio fatto con sala ripresa, sala amplificatori e non ha neanche la pretesa di esserlo senza quel tipo di spazio. Non è neanche un "home studio" con solo un computer, una schedina audio con cuffia e una tastiera midi. Ma da musicista e produttore (con tutte le declinazioni che questi due ruoli si portano dietro) se devo spiegare il mio concetto di studio, come questo e come quelli che potenzialmente verranno in futuro ovunque io sia, é questo:
Lo studio è uno spazio dove si scrive, si registra e si produce musica nel comfort e nel relax di una vera casa, che non deve mancare di trattamenti acustici per isolare gli ambienti e di attrezzature analogiche e digitali idonee di livello per lavorare. Un luogo dove, quando finisci, ti puoi cucinare il tuo piatto preferito, o ordinarne uno, mentre nell'impianto audio hi-fi, nell'open-space del salotto, ti puoi ascoltare il lavoro svolto nella giornata.
Per il resto, ovviamente, ben vengano tutte le collaborazioni esterne, gli inviti negli studi più disparati e i dischi fatti ovunque (grotte/sottomarini/ stanzette/soffitte), il luogo ti può dare tutto ma il pezzo che andrai a scrivere ce l'hai in testa.
Ecco, è così che me la vivo. É così che mi sento bene.