Fattoni, sbirri, farfalle e favelas. Il sole in testa di Geovani Martins: dialogo fra revisora e traduttori
Come si affronta la traduzione di testi come quello di Geovani Martins (Rio de Janeiro, 1991), in bilico fra un canone letterario perfettamente rispettato e una colloquialità talmente spinta da strappare quello stesso canone e dare vita a una nuova lingua brasiliana? Quali scelte lessicali, sintattiche e grammaticali possono veicolare questa novità, così radicata nell'ambiente metropolitano delle favelas, senza ricorrere al solito linguaggio da strada mutuato dalla cinematografia nordamericana? Quali competenze deve avere, in questo caso, un traduttore? E se il revisore si muovesse meglio di lui nel brasiliano parlato contemporaneo e lo conoscesse quanto le sue tasche? Diario ironico e affettuoso di una collaborazione felice, tra fischi e fiaschi, tiri incrociati e soluzioni condivise.