Raccolta firme per la cessazione dell'accordo interuniversitario di Unimi con l'Ateneo di Ariel (insediamento nei Territori Occupati Palestinesi)
I rappresentanti e le rappresentanti de* student* degli organi centrali dell'Università degli Studi di Milano hanno prodotto in collaborazione con studentesse e studenti dell’Università degli Studi di Milano una lettera in merito all’accordo interuniversitario stabilito dall’Università stessa con l’Ateneo ubicato all'interno dell’insediamento di Ariel (nei Territori Occupati Palestinesi). Tale lettera ha l’obiettivo di raccogliere firme e sensibilizzare l’istituzione universitaria e la sua comunità al rispetto del diritto internazionale e del regolamento e codice etico dell’università stessa. Invitiamo la comunità studentesca a firmare la lettera e a favorirne la massima diffusione.

La lettera:
Alla cortese attenzione:
Rettore Franzini Elio
Prorettore Vicario Maria Pia Abbracchio
Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali
Prof. Gian Battista Bischetti
Direttore del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Prof. Paolo Cortesi
Responsabile dell’Ufficio Accordi e Progetti Internazionali per la Didattica e la Formazione Dott.ssa Monica Sinibaldi
Con la presente i sottoscritti, in qualità di rappresentanti degli studenti, studenti e Docenti dell’Università Statale di Milano, desiderano sottoporre all’attenzione di chi di competenza il recente accordo concluso dall’Università degli Studi di Milano e l’Università di Ariel.
L’Università di Ariel sorge in insediamenti illegalmente costruiti su territori palestinesi in Cisgiordania. La Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza sono state occupate da Israele nel 1967 e sono considerate a livello internazionale come Territorio Palestinese Occupato.
Non abbiamo potuto evitare di notare con allarme che il nostro Ateneo (in particolare la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari) ha stipulato un accordo di mobilità per studenti con tale Università, stabilita nell’omonimo insediamento illegale ubicato nel cuore della Cisgiordania. Tale accordo risulta non in conformità ai principi sottolineati dal Codice Etico e del Regolamento Generale dell’Ateneo. In particolare, l’azione dell’Università degli Studi di Milano si ispira “ai principi e ai valori riconosciuti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dagli altri atti e convenzioni internazionali sui diritti umani, con particolare riferimento a quelli che trovano espressione nelle norme poste a tutela della conoscenza e del suo sviluppo, della ricerca, della formazione e della cultura, in quanto fondamenti essenziali della pacifica convivenza fra esseri umani.”(Art.7 Regolamento d’Ateneo e Preambolo Codice Etico).
Come è già stato ribadito in diverse occasioni da molteplici organismi internazionali, fra cui il Consiglio per i Diritti Umani e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati costituiscono una grave violazione del diritto internazionale.
Fra le varie risoluzioni adottate dagli organismi internazionali citiamo in particolare la Risoluzione 2334, approvata il 23 dicembre 2016 dal Consiglio di Sicurezza ONU, che – riconfermando quanto disposto in
precedenti risoluzioni tra cui le 242 (1967), 338 (1973), 446 (1979), 452 (1979), 465 (1980), 476 (1980), 478 (1980), 1397 (2002), 1515 (2003 e 1850 (2008) – afferma che la costituzione da parte di Israele di colonie nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, compresa Gerusalemme Est, “non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale” e insiste nel richiedere a Israele di interrompere immediatamente e completamente tutte le attività di colonizzazione in tali territori, intimandolo al rispetto dei propri obblighi a tal proposito.
Dal punto di vista del diritto internazionale pattizio e consuetudinario, infatti, la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 all’art. 49(6) proibisce il trasferimento della popolazione civile della potenza occupante nel territorio da essa occupato militarmente. Tale pratica è stata poi riconosciuta come “grave infrazione” e conseguentemente come crimine di guerra dall’art. 85(4)(a) del Protocollo Aggiuntivo I alle Convenzioni di Ginevra.
Inoltre, il trasferimento da parte di una potenza occupante di parte della sua popolazione civile all’interno dei territori occupati al fine di colonizzarli integra un crimine di guerra ex art. 8(2)(b)(viii) para. 1 dello Statuto di Roma. Tale aspetto è ora più che mai rilevante, in quanto i crimini internazionali commessi in Israele/Palestina sono attualmente sotto esame presso la Corte Penale Internazionale (Cpi), la quale è stata chiamata a stabilire le responsabilità penali anche per la fattispecie di reato prevista proprio dall’istituzione di colonie nei territori occupati.
Alla luce di quanto sopra, esprimiamo massima preoccupazione rispetto alla decisione del nostro Ateneo di concludere accordi di scambio con tale istituzione, rendendosi complice di queste e potenzialmente ulteriori violazioni.
Per le medesime ragioni, già nel 2012 il Consiglio dei Presidenti delle università israeliane, che rappresenta tutte le università di Israele, ha presentato una petizione all’Alta Corte di Giustizia contro il riconoscimento dell’Ariel University Center come università a pieno titolo (Talila Nesher, “Israeli University Heads Petition High Court Against Recognition of Ariel University”, Haaretz, Aug. 20, 2012).
Inoltre, dal 2018, decine di istituzioni accademiche europee ed israeliane hanno rifiutato accordi di cooperazione con l’Università di Ariel. Nello stesso anno, alcuni accademici in una lettera aperta al quotidiano britannico The Guardian hanno voluto motivare il loro rifiuto a partecipare a una conferenza scientifica in corso ad Ariel, intimando a non lasciare che “la scienza legittimi l’occupazione israeliana dei Territori Occupati” (The Guardian, “Don’t let science legitimise Israeli occupation of Palestinian territories”, 31 August 2018).
Da ultimo, di recente, l’Università di Firenze (Chiara Cruciati, “Tre università Ue rompono con Ariel, l’ateneo coloniale”, 01 April 2021), l’Università di Valencia (Universitat de València, Consell de Govern 8 d’Octubre
         
de 2019) e l’Istituto di Ricerca Tecnologica Antoine de Saint-Exupéry (AURDIP, “Suite à l’intervention de l’AURDIP, l’IRT Saint-Exupéery met fin à son partenariat avec l’Université d’Ariel”, 11 January 2021) hanno rescisso accordi precedentemente posti in essere, proprio in seguito a proteste e campagne di sensibilizzazione sul tema poste in essere dagli studenti.
Inoltre, nel 2021, più di 500 accademici europei ed israeliani hanno sottoscritto una lettera con la quale esortano l’Unione Europea ad interrompere la legittimazione ed il finanziamento dell’Università di Ariel (No Academic Business as Usual with Ariel University, “Ariel University and Horizon 2020: the EU is legitimizing Israel’s illegal settlements”, 23 March 2021).
Sebbene nel 2019, in risposta all’appello della campagna No Ariel Ties // No Academic Business as Usual with Ariel University, diversi accademici italiani facenti parte della Società Italiana di Studi sul Medio Oriente abbiano indirizzato una lettera al ministro Bussetti in cui hanno chiesto ufficialmente la sospensione delle relazioni fra il Ministero dell’Istruzione italiano e l’Università coloniale israeliana (SeSaMo, Società per gli Studi sul Medio Oriente, “Università israeliana di Ariel – lettera al MIUR”), tale iniziativa sembra non avere sortito alcun effetto.
Questo prolungato silenzio da parte delle istituzioni è percepito con sempre maggiore gravità da parte della comunità studentesca, di cui riportiamo con la presente tutte le preoccupazioni e le perplessità. Alla luce di quanto sopra chiediamo pertanto che il nostro Ateneo rescinda il rapporto in essere con l’Università di Ariel; chiediamo inoltre che si astenga dalla conclusione di nuovi accordi e che rifiuti ogni forma di collaborazione con qualsivoglia ateneo situato negli insediamenti illegali ai sensi del diritto internazionale.

Tra i Firmatari (elenco in aggiornamento):
Prof.ssa Angelica Bonfanti
Prof.ssa Nerina Boschiero
Prof. Andrea Carati
Prof. Giovanni Carbone
Prof. Luca Ciabarri
Prof. Luigi Crema
Prof. Fernando Dalla Chiesa
Prof. Francesco De Angelis
Prof.ssa Angela Di Gregorio
Prof.ssa Cristina Dozio
Prof.ssa Alessandra Facchi
Prof.ssa Cristiana Fiamingo
Prof.ssa Caterina Filippini
Prof.ssa Elisa Giunchi
Prof. Marco Aurelio Golfetto
Prof. Piero Graglia
Prof.ssa Chantal Meloni
Prof.ssa Mariele Merlati
Prof. Gianfranco Mormino
Prof.ssa Letizia Osti
Prof. Marco Pedrazzi
Prof.ssa Chiara Ragni
Prof. Sandro Rinauro
Prof. Nicola Riva
Prof. Marco Sioli
Prof.ssa Daniela Vignati
Prof. Stefano Zirulia

Andrea Cerini, Consigliere di Amministrazione
Sara Carrapa, Senatrice accademica
Davide Lo Prinzi, Senatore accademico
Youssef Siher, Senatore accademico
Enrico Cancelli, Senatore accademico
Luca Vezzoli, Consigliere di Amministrazione
Pierfrancesco Pittalis, Presidente di UniSì


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