La crisi sanitaria che sta colpendo il nostro Paese ha generato una crisi economica e sociale che si approfondisce ogni giorno di più. Decenni di privatizzazioni e tagli lineari alla spesa sociale hanno lasciato la sanità pubblica in condizioni di insufficienza di fronte all’emergenza, facendo emergere istantaneamente tutte le contraddizioni della gestione capitalistica, che mette il profitto ben al di sopra delle necessità attuali delle classi popolari.

Mentre attraversiamo questa crisi, prolungata sicuramente a causa dei ritardi nelle chiusure dei luoghi di lavoro non essenziali, il governo cerca di sostenere che nel mondo dell’istruzione sia bastato approntare dei sistemi di video-lezioni affinché tutto possa procedere al meglio. Peccato che la normalità delle università italiane sia quella generata da riforme che hanno portato tagli ai fondi e l’autonomia universitaria, innescando processi che hanno progressivamente escluso centinaia di migliaia di giovani delle classi popolari dall’accesso agli studi universitari. Una normalità in cui il diritto allo studio per molti costa grandi sacrifici familiari, privazioni, lavoro nero, affitti e tasse carissimi, senza alcuna certezza o garanzia per il futuro. Se questa è la “normalità”, è impensabile che il solo implementare le video-lezioni possa esaurire le misure necessarie per garantire il diritto allo studio ed essere sufficiente per evitare che siano gli studenti delle classi popolari a dover sostenere un peso ancora maggiore di fronte all’emergenza.

È ora di far sentire la nostra voce, anche se non possiamo scendere in strada e lottare come sarebbe necessario. Per molti la mancanza di misure relative all’università si sta concretizzando in un peso insostenibile, che potrebbe limitare la possibilità di proseguire gli studi. Per questo richiediamo misure che affrontino i problemi relativi ad affitti, tasse universitarie, diritto allo studio e garanzie per gli appelli. Firmiamo questa petizione per far sentire la nostra voce!