TESTO STORIOGRAFICO
Brano tratto da: Hugh R. Trevor-Roper, Caccia alle streghe in Europa nel Cinquecento e Seicento
[…] In primo luogo, la persecuzione della stregoneria fu il frutto di una particolare situazione sociale. In un periodo di espansione, nel XIII secolo, la società «feudale» dell’Europa cristiana entro in conflitto con gruppi sociali che essa non era in grado di assimilare, e la cui difesa della propria identità essa considerò inizialmente «un’eresia».
[…] La prima fase si concluse rapidamente. La società «feudale» distrusse l’eresia «albigese» e vibrò un duro colpo a quella «valdese». I frati evangelizzarono le vallate alpine e pirenaiche. Nonostante ciò, il conflitto sociale non fu eliminato e quindi apparve necessario dare di esso una nuova razionalizzazione. In quelle regioni montane, dove sopravvivevano costumi pagani e il clima era responsabile di malattie mentali, i missionari scoprirono ben presto superstizioni e allucinazioni con le quali era possibile inventare un secondo gruppo di eresie: eresie meno intellettuali, e anche meno edificanti, di quelle che avevano distrutte, ma nondimeno simili ad esse. La nuova «eresia» della stregoneria, scoperta nei vecchi rifugi dei catari e dei valdesi, si fondava sull’identico dualismo tra dio e diavolo; le si attribuivano gli stessi convegni segreti, le stesse orge sessuali e spesso veniva definita con gli stessi vecchi nomi.
[…] L’elaborazione della nuova eresia, come della nuova ortodossia, fu opera della Chiesa cattolica medievale e, in particolare, dei suoi membri più attivi, i frati domenicani. […] Gli elementi costitutivi della credenza nella stregoneria possono essere non cristiani, persino precristiani; la pratica delle fatture, gli incantesimi per suscitare le tempeste, l’uso della magia simpatica, possono essere stati universali; i concetti del patto col diavolo, delle cavalcate notturne al sabba, degli incubi e dei succubi possono essere derivati dal folclore pagano, dei popoli germanici: ma l’integrazione di tutti questi diversi elementi in un’unica demonologia sistematica, in grado di creare un cliché sociale da perseguitare, fu opera esclusiva non del cristianesimo ma della Chiesa cattolica. […]
Nel Trecento, un secolo di introversione e intolleranza crescenti, tra le sofferenze della morte nera e
della guerra dei cent’anni in Francia, la sua applicazione divenne generale.
Il primo dei papi di Avignone (essi stessi vescovi della dissenziente Linguadoca) diede nuovo impulso alla persecuzione. L’arma forgiata per essere impiegata contro le società non conformiste venne impugnata per distruggere individui non conformisti; mentre gli inquisitori nelle regioni alpine e pirenaiche continuavano a moltiplicare le prove, le fazioni antagoniste della Francia e della Borgogna le sfruttarono per distruggere i loro nemici. Ogni episodio spettacolare accrebbe la potenza del mito.
[…] L’istituzione dell’Inquisitoria spagnola, che diede ai «re cattolici» il potere di distruggere il «giudaismo» in Spagna, e la promulgazione della bolla pontificia contro le streghe, che invitava città e principi a distruggere le streghe in Germania, possono essere considerate come due fasi di una stessa crociata.