Indici Paritari
Un appello alle autrici, agli autori, alle realtà editoriali e alla filiera dei testi scolastici
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Nei libri in adozione nei diversi ordini di scuola le donne sono pressoché assenti e, quando presenti, sono relegate in box, in opuscoli aggiuntivi, in pagine che anche graficamente sottolineano la loro eccezionalità.Si tratta di una constatazione che vale per tutte le discipline, esattamente come la presenza di stereotipi e l’uso di un linguaggio non rispettoso del genere nelle trattazioni, già a partire spesso dai titoli dei volumi e delle scansioni interne. Siamo un gruppo di docenti che si è formato per denunciare questa situazione non più accettabile e nel giro di pochi giorni abbiamo raccolto attraverso i social centinaia di adesioni.Vogliamo riprendere la discussione su questo argomento, già denunciato in passato da tante associazioni di donne, perché riteniamo che costruire saperi e competenze su testi che rappresentino realtà inclusive sia fondamentale e prioritario per la costruzione di una cittadinanza libera e realmente paritaria.Ci rifiutiamo, insomma, di continuare ad utilizzare libri che non rappresentano il genere femminile.Chiediamo un cambiamento definitivo e reale, convinte che non si possa costruire una società rispettosa delle differenze quando le nuove generazioni possono arrivare a concludere un ciclo di studi senza sapere dell'esistenza di donne letterate, scienziate, artiste e protagoniste di qualunque disciplina. Libri di scuola nei quali, dalla preistoria ad oggi, il pensiero, le scoperte, le tecnologie sono sempre progressi dell’Uomo che scopre, inventa, viaggia, combatte, studia, conosce ed è artefice del mondo in cui opera.Anche in occasione dell'esame di stato, ogni anno come uno stanco rituale, si denuncia la vergognosa assenza di intellettuali donne nei testi proposti per le prove scritte, eppure tutto rimane immobile da un anno all'altro. Le condizioni ci sono e gli strumenti pure, come ben sa chi opera nel settore: il codice di autoregolamentazione Polite - pari opportunità nei libri di testo, già nel lontano 1997, prevedeva un’attenzione allo sviluppo dell’identità di genere come fattore decisivo nell’ambito dell’educazione dei soggetti in formazione, di entrambi i sessi (https://www.aie.it/Portals/38/Allegati/CodicePolite.pdf).Questo codice è stato sottoscritto da tutte le case editrici che aderiscono all’AIE, tuttavia dopo anni ci troviamo in una situazione che non tiene in alcun conto quanto in esso previsto. Nel 2015 la ministra dell’istruzione V. Fedeli presentava il DDL 1680(http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/testi/45005_testi.htm) per l’introduzione dell’educazione di genere nel percorso scolastico -materia molto avversata in particolare da chi ne dà una lettura distorta- rimasto poi comunque lettera morta. Infine, Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, lo studio sul sessismo nella lingua condotto da Alma Sabatini, risale al 1986, ed è così valido oggi da vedere una nuova pubblicazione.Ci sono dunque le basi, ci sono le energie. Occorre il salto decisionale, l’assunzione di responsabilità culturale che conduce al cambiamento. Educare le nuove generazioni allo sviluppo sostenibile (Agenda 2030) include necessariamente il raggiungimento dell'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le ragazze. Sappiamo che sarà un cammino lungo, ostico, ma non siamo disposte a rinunciare.La qualità di vita della società, la democrazia, è strettamente legata allo spazio e alle opportunità che tutte e tutti possiamo avere.Non possiamo continuare a trasmettere una struttura patriarcale della cultura perché in essa si trovano le radici delle discriminazioni e della violenza maschile sulle donne in tutte le sue forme: verbale, psicologica, fisica, economica, emotiva.Se non ci siamo, non abbiamo avuto pensieri di valore né compiuto azioni di qualche rilevanza, se non siamo nominate, non esistiamo.Se siamo comprese nel linguaggio maschile, siamo ancora costole. Se non decostruiamo le narrazioni patriarcali, non favoriremo la formazione di immaginari ampi, inclusivi, non violenti.E’ per queste ragioni che vogliamo far arrivare all’intera filiera dei testi scolastici questa richiesta di assunzione di responsabilità, di disponibilità all’ascolto e al cambiamento.A condividere e sottoscrivere quest’appello chiamiamo singole/i e realtà associative, chi opera nel mondo della scuola e chi crede nell’istruzione democratica come diritto fondamentale e nella Scuola come luogo della crescita della persona e della comunità. Le fondatrici del gruppo Indici Paritari: Fabiola Del Vecchio, Monica Di Bernardo, Diana Lenzi, Filomena Taverniti, Antonella Petricone. *
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