La Medicina Generale per sua caratteristica
intrinseca è fatta di storie. Storie dei curati e dei curanti: la Medicina Generale
è “nativa” narrativa. Possono narrare il paziente, i suoi familiari,
il medico curante e altri professionisti che si integrano nel percorso di cura,
il medico in formazione, lo studente di medicina che incontra il paziente.
La storia del paziente è uno strumento
prezioso per la professione del MMG; la narrazione non è un lavoro aggiuntivo o
una perdita di tempo per il medico, ma una facilitazione e un arricchimento
della cartella tradizionale, soprattutto in un momento storico in cui il
giovane medico si trova già all’inizio della professione con molti pazienti,
con poco tempo per conoscere fin dall’inizio profondamente il suo paziente, la
sua famiglia il suo contesto di vita. Narrando si impara.
La
narrazione crea un ponte tra chi ascolta e chi racconta.
Si scrive per:
- facilitare al medico la conoscenza della vita del paziente
- ampliare lo sguardo con il punto di vista del paziente
- fare ordine negli eventi e nei problemi
- creare una “cartella parallela” (Rita Charon) da integrare alla
cartella clinica in uso
- far luce su aspetti nascosti che la concentrazione, la
riflessione, la rilettura di quanto scritto, fanno emergere e arricchiscono di
particolari.
Molti MMG già utilizzano le narrazioni, ma
non comunicano le loro esperienze né si confrontano fra loro, né scoprono aspetti
peculiari e comuni che possono diventare oggetto di ricerca in MG narrativa. L'obiettivo del Questionario è conoscere i MMG che sono interessati o si occupano di Medicina Narrativa, per creare nella Medicina Generale un’area
di interesse a partire dalle esperienze esistenti.