Lettera al MAECI per la sospensione dell’Accordo di Cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica tra Italia e Israele per rischio di dual use e violazione del diritto internazionale e umanitario
[Lettera completa con firme: https://docs.google.com/document/d/1Q5uuXmdJeDEyi06Kv1VkLPXAeVkMbfl8gHxPh6JGLQM/edit] 

A fine febbraio 2024, apprendiamo che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale annuncia il bando per progetti congiunti di ricerca sulla base dell’Accordo di Cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica tra Italia e Israele.[1] Sottolineiamo che il finanziamento potrebbe essere utilizzato per sviluppare tecnologia dual use, ovvero a impiego sia civile che militare, e che la terza linea di finanziamento delle tecnologie ottiche potrebbe essere utilizzata per sviluppare devices di sorveglianza di ultima generazione anche a uso bellico. Questo aggraverebbe le responsabilità internazionali del nostro Paese poiché, nonostante le rassicurazioni del governo, l’Italia non sembra aver interrotto l’esportazione di armi verso Tel Aviv dal 7 ottobre 2023.[2]

Viste queste premesse, chiediamo che la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra le università e i centri di ricerca italiani e israeliani venga sospesa, con lo scopo di esercitare pressione sullo stato di Israele affinché si impegni al rispetto del diritto internazionale tutto, come è giustamente richiesto a tutti gli stati del mondo.

Avanziamo questa richiesta anche per proteggere le istituzioni italiane dall’accusa di non aver adempiuto al dovere inderogabile di prevenzione di genocidi, ovunque ve ne sia il pericolo, che è un obbligo per gli stati membri delle Nazioni Unite secondo la Convenzione per la Prevenzione e Punizione del Crimine di Genocidio,[3]o di essere complici di crimini di guerra, attualmente all’indagine della Corte penale internazionale. Il bando MAECI non protegge le istituzioni italiane perché può includere lo sviluppo di tecnologie e devices dual use. La nostra richiesta è in linea con la dichiarazione, datata 23 febbraio 2024, di numerosi esperti delle Nazioni Unite, secondo i quali gli stati membri dovrebbero astenersi immediatamente dal trasferire armi e tecnologia militare verso Israele, quindi anche ricerca e know how a possibile impiego bellico, poiché c’è il rischio ineludibile che esse vengano utilizzate per violare obblighi consuetudinari di diritto internazionale umanitario.[4] Inoltre, le collaborazioni che chiediamo di interrompere appaiono in grave contrasto con il Piano di Azione Nazionale su impresa e diritti umani su cui il Governo stesso dichiara di vigilare.[5] Sarebbe paradossale chiedere alle imprese di rispettare diritti che si ritengono secondari o violabili nell’azione di enti pubblici e di ricerca, che hanno il dovere di conformarsi all’ordinamento costituzionale repubblicano (che include quello internazionale come sua parte integrante).

[1] https://www.esteri.it/it/diplomazia-culturale-e-diplomazia-scientifica/cooperscientificatecnologica/accordi_coop_indscietec/

[2] https://altreconomia.it/litalia-ha-esportato-armi-e-munizioni-verso-israele-dopo-il-7-ottobre-i-dati-dellistat/

[3]https://www.un.org/en/genocideprevention/prevention.shtml#:~:text=The%20Convention%20on%20the%20Prevention,the%20norms%20in%20them%20contained.

[4] https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/02/arms-exports-israel-must-stop-immediately-un-experts

[5] https://cidu.esteri.it/wp-content/uploads/2023/12/PAN-BHR-ITA-2018.pdf

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