I vulcani sono spaccature della crosta terrestre da cui fuoriescono materiali allo stato liquido, solido e gassoso.
La fuoriuscita di questi materiali dipende esclusivamente dai movimenti che avvengono sotto la superficie terrestre: in pratica quando una zolla (detta anche placca, è l'elemento base che costituisce la crosta terrestre) si scontra con un'altra zolla, crea del magma, che tenderà a salire.
I vulcani possono essere suddivisi, per la loro struttura esterna, in vulcani a cono, come il Vesuvio o l'Etna (nella foto sopra), oppure a scudo (ossia quando sembrano degli scudi appoggiati al terreno) come per esempio il Mauna Loa alle isole Hawaii.
In Italia
In Italia ci sono vulcani attivi , spenti e quiescenti, cioè "addormentati".
I vulcani attivi in Italia sono 4: Vesuvio, Etna, Stromboli e Vulcano.
Il Vesuvio, come detto prima, è un tipico vulcano a cono; il cratere attuale è il prodotto di un’antica eruzione che ha sventrato il cratere precedente.
La più spaventosa eruzione storica del Vesuvio è stata quella dell’anno 79 dopo Cristo: le città di Ercolano, Pompei e Stabia furono annientate con tutti gli abitanti, e rimasero seppellite dalle ceneri eruttate dal vulcano.
I lavori di disseppellimento, che durano ormai da due secoli, hanno permesso di riconoscere in ogni particolare la vita degli antichi Romani, le loro abitazioni, i costumi, le suppellettili.
In attività eruttiva sono Vulcano e Stromboli, quest’ultimo in attività continua da più di 3000 anni. Passando con il piroscafo presso l’isola di Stromboli durante la notte, si vede il vulcano risplendere come un faro.
Il maggior vulcano italiano, l’Etna, è anche uno dei massimi coni eruttivi della Terra. Per altezza è il maggior monte dell’Italia peninsulare e insulare, poichè supera i 3300 metri, mentre il Gran Sasso non raggiunge i 3000 metri.
Da millenni questo vulcano è in continua attività; attualmente si verifica un’eruzione ogni dieci anni circa.
Disastrosa fu l’eruzione del 1669: le lave sgorgate da una spaccatura lunga 18 chilometri formarono i Monti Rossi e coprirono una superficie di 50 chilometri quadrati. Vennero totalmente o parzialmente distrutti dodici centri abitati, tra cui buona parte della città di Catania, ove le colate di lava si spensero al mare. Si contarono 90.000 vittime.