La traduzione come passo di danza: «Top Hat» di Robert Coover (e Fred Astaire, Hermes Pan, Irving Berlin e Mark Sandrich).
Il seminario, pensato per chi lavora con l’inglese (ma, ovviamente, aperto a chiunque) si propone di riflettere sulla recente esperienza di traduzione di un racconto di Robert Coover, «Top Hat», incluso nell’antologia Going for a Beer, oggetto di un interessantissimo progetto editoriale di NN editore. Lungo appena una decina di pagine, il racconto (del 1987) si ispira all’omonimo musical del 1935 che, in parte, «traduce» e reinterpreta in ottica intersemiotica. La musica del film, le parole delle canzoni, le immagini, le coreografie, gli oggetti di scena, tutto viene tradotto in parole da Coover per diventare veicolo e fabbrica di significati nuovi, la cui resa in lingua italiana si dimostra, come spesso accade, tanto complessa quanto intrigante.