Survey per le aziende che operano nel commercio internazionale
L’Italia è il sesto Paese al mondo per volumi di esportazioni e questo dato, in decisa crescita, testimonia la grande capacità delle imprese italiane di espandersi nei mercati internazionali. Anche il settore delle importazioni non conosce crisi e in questa speciale classifica il nostro Paese si attesta al nono posto, confermando una presenza di primissimo piano sui mercati di approvvigionamento.

In questo contesto di crescente internazionalizzazione, per le imprese si aprono scenari di grande sviluppo e nuove opportunità, oltre a crescenti responsabilità e alla necessità di implementare nei processi aziendali normative internazionali, europee e domestiche, mai come oggi in costante aggiornamento.

Nuovi scenari geopolitici, sanzioni internazionali, recenti accordi di libero scambio, riforma della normativa nazionale e il nuovo Codice doganale dell’Unione rappresentano trasformazioni epocali per il commercio internazionale, cui si aggiungono processi doganali telematizzati e nuovi dazi ambientali (plastic tax, CBAM, normativa sulla deforestazione, conflict minerals, Raee).

Partecipa alla survey di Arcom Formazione per aiutarci a contribuire al white paper “Lo scenario degli scambi internazionali in un’epoca di riforme”.

La compilazione della Survey richiederà meno di 10 minuti.

La preghiamo di compilare la Survey entro il 30 ottobre 2023.

Il completo anonimato sarà garantito alle Società e ai referenti rispondenti.

I risultati della ricerca saranno presentati in occasione del Forum del Commercio internazionale, organizzato da Arcom Formazione, l’8 novembre 2023 presso l’Hotel Excelsior Gallia a Milano.

Il partecipante alla Survey riceverà un invito a partecipare gratuitamente al Forum.

La ringrazio anticipatamente per il tempo che ci vorrà dedicare

Sara Armella

Direttore scientifico ARcom Formazione
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1.      Intervistato (la compilazione dei primi 3 campi - nome e cognome del rispondente, nome azienda e indirizzo mail - è facoltativa, pur essendo utile per una più accurata profilazione delle risposte; da tenere presente che in nessun caso le risposte fornite saranno divulgate con il nominativo della persona e dell’azienda)
Nome e cognome
Azienda
Ruolo in azienda
Titolo di studio

La Sua azienda fa parte di un gruppo?

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Numero di dichiarazioni doganali all'anno in import

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Numero di dichiarazioni doganali all'anno in export

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Numero di dipendenti dell'azienda

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Fatturato dell'azienda (in euro)

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Indicativamente, quale percentuale del fatturato deriva da vendite verso Paesi appartenenti all’Unione europea?

Indicativamente, quale percentuale del fatturato deriva da vendite verso Paesi non appartenenti all’Unione europea?

Utilizzate le rese Incoterms (es. EXW, FCA, CIF, DAP, DDP, ecc.)?

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Quale è la resa Incoterms più utilizzata dalla Sua azienda nelle esportazioni verso Paesi extraUE?

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Quale è la resa Incoterms più utilizzata dalla Sua azienda nelle importazioni verso Paesi extraUE?

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La Sua azienda utilizza dei propri schemi contrattuali di vendita o di acquisto, contenenti alcune clausole generali a propria tutela?

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Se sì, è prevista anche una clausola arbitrale per la risoluzione di eventuali controversie internazionali?

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Nelle strategie aziendali di vendita in Paesi extraUE la Sua azienda tiene conto anche dei vantaggi derivanti dagli accordi di libero scambio?

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La Sua azienda tiene in considerazione, nella programmazione degli acquisti, delle regole di origine previste dagli accordi di libero scambio?

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I Vostri prodotti destinati all’esportazione in Paesi extraUE riportano la marcatura “Made in Italy”?

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Avete attentamente analizzato i requisiti legali per l’utilizzo della marcatura “Made in Italy”, partendo dal corretto inquadramento doganale del prodotto venduto?

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Siete a conoscenza delle responsabilità anche penalistiche derivanti da un utilizzo non corretto della marcatura “Made in Italy”?

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La Sua azienda procede periodicamente ad una generale revisione della classificazione doganale dei beni trattati, in import e in export?

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Per la classificazione doganale dei prodotti importati, la Sua azienda utilizza il codice indicato dal fornitore o procede con una valutazione autonoma?

Per stabilire la corretta classificazione dei prodotti (sia in import che in export) come procedete?

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La Sua azienda è a conoscenza delle regole secondo cui anche il valore degli stampi, delle royalties, dei progetti e del design può concorrere al valore doganale dei beni importati?

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La selezione dei fornitori esteri tiene conto del quadro normativo vigente (divieti, autorizzazioni, dazi antidumping, contingenti, sanzioni)?

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Chi gestisce l’applicazione delle regole del commercio internazionale nella tua azienda?

Esistono procedure interne di prevenzione dei rischi doganali e di aggiornamento circa divieti, limitazioni, contingenti previsti per l’import e per l’export? Se sì, quale reparto se ne occupa?
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La Sua azienda è a conoscenza delle responsabilità, economiche, amministrative e penali, che possono derivare dalla violazione delle regole previste per gli scambi internazionali?

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Il personale interessato dagli scambi internazionali ha ricevuto un’adeguata formazione sugli aspetti essenziali del commercio con l’estero e il diritto doganale?

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Con quale cadenza il personale coinvolto nei processi di acquisto o vendita internazionale riceve un aggiornamento della propria formazione?

La Sua azienda è esportatore autorizzato o registrato?

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Conosce queste definizioni e i relativi vantaggi?

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La Sua azienda ha già richiesto una Informazione tariffaria vincolante o un’informazione vincolante sull’origine dei prodotti?

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Conosce queste definizioni e i relativi vantaggi?

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L’azienda è certificata AEO? 

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Se hai risposto affermativamente alla domanda precedente, sei soddisfatto dei vantaggi di essere un soggetto AEO?

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Conosce il significato della sigla AEO e i relativi vantaggi?

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Se non avete già conseguito l’autorizzazione AEO, avete in programma nei prossimi anni di conseguirla?

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La Sua azienda utilizza i regimi doganali ed è a conoscenza dei meccanismi di autorizzazione alle semplificazioni doganali?

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Per la Sua azienda negli ultimi due anni gli scambi con l’estero sono aumentati o diminuiti?

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Negli ultimi anni, sono state aggiornate le prassi o le procedure di gestione degli scambi con l’estero?

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La Sua azienda è a conoscenza delle numerose riforme che stanno interessando gli scambi internazionali, tra cui le normative europee su Cbam, deforestazione, conflict minerals, sanzioni, la riforma del codice doganale europeo e della normativa doganale nazionale?

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Se sì, ha previsto adeguate forme di aggiornamento del personale?

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Pensa che il processo di reshoring (riportare nell’UE le attività precedentemente delocalizzate) produrrà dei vantaggi per la sua azienda?

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È più ottimista o più pessimista sulle ricadute, per la sua azienda, derivanti dai numerosi cambiamenti in atto nel commercio internazionale nei prossimi anni?

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