Sentinelle dell'Arte - Tecnica fotografica
Le seguenti domande fanno seguito all'intervento del prof. Franco Martelli Rossi del 8 gennaio 2020.
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Per fotografare un'opera d'arte bidimensionale (dipinto su tela o tavola, affresco, disegno, mosaico, ecc...), qual'è il miglior tipo di illuminazione rispetto al soggetto?
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Per fotografare un'opera d'arte tridimensionale (scultura, arredamento), qual'è il miglior tipo di illuminazione rispetto al soggetto?
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Per fotografare un'opera d'arte con leggeri elementi tridimensionali (altorilievo, bassorilievo, iscrizione, ecc...), qual'è il miglior tipo di illuminazione rispetto al soggetto?
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Spesso le opere d'arte si trovano in luoghi poco luminosi. Questo aspetto può richiedere un tempo di posa relativamente lungo con conseguente perdita di definizione per l'effetto del mosso fotografico. Quale accorgimento si deve adottare?
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A seconda della luce che la illumina, la riproduzione fotografica di un'opera d'arte può essere fortemente guastata da una dominante di colore (gialla, blu, rossa, ecc...) e di conseguenza alterare i colori reali del dipinto o del materiale con cui è stata realizzata. Per poter riequilibrare questo sfasamento cromatico con un software di fotoritocco (es. photoshop) può essere sufficiente allargare l'inquadratura e fotografare contemporaneamente un riferimento. Quale?
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Nel caso in cui l'opera sia protetta da un vetro non rimovibile (o altro materiale simile: esempio plexiglass) con molti riflessi che non permettono di rivelare alcune parti, cosa si deve fare, come primo tentativo?
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In riferimento alle problematiche del punto precedente (riflessi causati da superficie di vetro o similare), laddove non sia sufficiente o praticabile l'intervento corretto, e non si abbia a disposizione un filtro polarizzatore (antiriflesso) cos'altro si può fare?
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In ambienti molto ampi, come gli interni di chiese e di palazzi con ampie finestre, spesso ci sono zone di luce diffusa naturale e zone d'ombra, con conseguente alterazione sia dei colori e sia della luminosità che investe l'opera da fotografare. Qual'è la strategia consigliata?
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Nel caso in cui l'opera si trovi all'interno di una stanza presso una finestra (senza persiane o scuri) che la illumina in modo non uniforme (raggi diretti del sole e zone d'ombra), per ristabilire una accettabile luminosità diffusa:
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In alcune situazioni, sia in interni che in esterni, il punto di ripresa ottimale per fotografare l'opera può essere condizionato da una luce contraria (controluce) che investendo direttamente l'obiettivo della fotocamera produce il “flare fotografico”, un artefatto di riverberi luminosi, con conseguente alterazione della riproduzione. Se lo spostamento del punto di ripresa e l'eventuale uso del paraluce (piccola corona nera che si applica sull'obiettivo) si dovessero rivelare insufficienti per proteggere l'obiettivo da questa luce “parassita”, controllando con attenzione l'inquadratura nel mirino, si può cercare di schermare i raggi indesiderati:
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