Adesione al Comitato per la Pace - Ruvo di Puglia
IL NOSTRO APPELLO PER LA COSTITUZIONE DI UN COMITATO RUVESE PER LA PACE

Siamo cittadine e cittadini ruvesi, movimenti politici, associazioni e sindacati che vivono con angoscia il costante precipitare degli eventi nel conflitto russo-ucraino. Sulla scia della manifestazione regionale che si è svolta Bari lo scorso 22 ottobre, vogliamo annunciare attraverso questo appello la costituzione del Comitato per la Pace di Ruvo di Puglia.

Negli ultimi otto mesi generazioni di italiani ed europei sono stati costretti a confrontarsi con le conseguenze disastrose di una guerra che rischia di coinvolgerci attivamente per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

L’aggressione armata della Russia nei confronti dell’Ucraina sta segnando l'avvio di un'escalation militare che può condurre a scenari di distruzione umana e naturale maggiori rispetto a quelli osservati finora nel conflitto. A fronte di questa prospettiva, ogni tentativo di dialogo e di distensione delle relazioni tra i due Paesi è compromesso da dichiarazioni e azioni che non facilitano l'avvio di un percorso di pace.

Perché un Comitato per la Pace a Ruvo?
Perché l'Italia è una terra di frontiera e potrebbe essere uno dei primi obiettivi militari nel caso in cui il conflitto coinvolgesse le forze aderenti alla NATO. La nostra Penisola ospita infatti 120 basi statunitensi, delle quali sette sono di pertinenza della NATO nelle quali custodisce armi nucleari.

Inoltre, non bisogna dimenticare che la nostra Murgia ha ospitato missili nucleari durante la guerra fredda e tuttora ospita servitù militari all'interno delle quali si svolgono esercitazioni dannosissime per la salvaguardia dell'ecosistema. La Puglia è uno dei probabili scenari di guerra del nostro Paese, come lo è già stato in occasione dei conflitti recenti guidati dalla NATO contro Jugoslavia e Libia.

Cosa vuole il Comitato per la Pace?
La nostra priorità è far cessare la guerra, salvare vite umane e frenare il disastro economico, che pagheranno come al solito i popoli e le persone più povere e fragili.

La Pace si fa con la Pace: disarmo, neutralità attiva, riduzione delle spese militari, diplomazia, superamento delle alleanze militari, opposizione alla crescente militarizzazione dei Paesi UE.

Come suggerito recentemente dall'appello di quarantaquattro diplomatici italiani di alto profilo, è necessario giungere al cessate il fuoco attraverso negoziati che partendo dagli accordi di Minsk possano condurre al ritiro simmetrico delle truppe e delle sanzioni, alla definizione di neutralità dell'Ucraina sotto tutela ONU e allo svolgimento di referendum gestiti da Autorità internazionali nei territori contesi. Una Conferenza sulla Sicurezza in Europa deve costituire il passaggio finale del processo di pace che auspichiamo.
 
Salvare veramente il popolo ucraino dal disastro vuol dire far tacere tutte le armi. Vuol dire consentire all’ONU di esercitare il proprio ruolo per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale, vuol dire smettere di sostenere questa e altre guerre in corso con fondi, armi, basi e uomini, vuol dire fare in modo che l’Unione Europea contribuisca alla pace, come dichiarato nel suo trattato istitutivo, ponendosi come interlocutore indipendente in questo conflitto, vuol dire adesione dei governi occidentali al trattato internazionale per la proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore il 22 gennaio 2021, affinchè ogni arsenale venga immediatamente smantellato prima che sia troppo tardi.

Mobilitarsi a favore della pace significa intraprendere un percorso di disarmo, liberando ingenti risorse, ora sprecate in armamenti, da destinare invece a sconfiggere miserie e a creare benessere, a redistribuire ricchezze, a guarire un pianeta malato, saccheggiato oltre ogni limite, per poterlo lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi, a garantire ovunque salari e stipendi dignitosi.

Non abbiamo chiesto noi altre e nuove guerre. Non invochiamo un intensificarsi del conflitto armato che corrisponda a piangere vite spezzate, territori distrutti e abbandonati, famiglie e imprese ridotte sul lastrico a causa del carovita, mentre in pochi, speculando sull'emergenza, continuano ad arricchirsi.

Assumiamoci la responsabilità del nostro futuro, facciamo appello alle nostre aspirazioni più profonde, che ci legano al cuore di ogni essere umano, per cambiare il segno distruttivo degli eventi. Protesteremo in tutte le forme nonviolente per raggiungere questo obbiettivo: la guerra è un disastro per il genere umano e la natura, costruiamo la Pace.
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