Il paesaggio degli antichi come "bene comune"

Avevano le culture greca e romana il concetto di paesaggio? Nonostante l’opinione largamente prevalente che fossero culture ‘non paesaggistiche’, nella tradizione letteraria antica si possono rinvenire alcuni dei presupposti essenziali che sono alla base della moderna concezione di paesaggio, cioè che esso sia tale per qualcuno, che si costruisca solo attraverso un occhio che guarda, così come l’idea che esso implichi una relazione/tensione tra città e campagna. Anche l’idea, notoriamente teorizzata da Leon Battista Alberti (1435), e considerata alle origini della “invenzione del quadro” (Stoichita), che la finestra sia il punto di osservazione da cui il paesaggio si costruisce, ha in realtà la sua preistoria nei testi letterari antichi, specie della prima latinità imperiale. Dove si trova anche una sorprendente anticipazione della moderna concezione del paesaggio come ‘bene comune’ di ogni singolo individuo, la cui fruizione va tutelata e garantita come diritto inalienabile.


5 maggio 2024 ore 12.00 - Palazzo Corsini. Via della Lungara 10 Roma
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