Quella virgola che non cedo: il rapporto tra traduttore e revisore
«Se uno si soffermasse a pensarci», scrive Daniele Petruccioli sui Falsi d'autore, «tutte quelle cose rivelerebbero il fatto che il libro – anche un libro che racconti soltanto una storia – non è il prodotto dell'illuminazione divina di uno spirito eletto, bensì il risultato dello sforzo congiunto di un sacco di persone». Il prodotto finale è sempre il frutto di un gioco di squadra, e dipende dalla professionalità e capacità di lavorare insieme di tutti coloro che, insieme all'autore e successivamente il traduttore, hanno lavorato sul testo: «l'editore, l'editor, perfino il redattore e il correttore di bozze». Ognuno ha messo qualcosa di suo. Ma questo, dobbiamo neccessariamente vederlo come un difetto, o al contrario, può essere vissuto come una di quelle infinite ricchezze di comunicazione che la letteratura ci offre?